giovedì 12 gennaio 2017

Step 25: Sintesi finale


Domenica 9 Ottobre 2016 è stata la data del mio primo post in questo blog, il quale mi ha dato la possibilità di porre la mia attenzione su una delle caratteristiche fondamentali delle "cose" che ci circondano: ovvero il colore.
Tuttavia, vero protagonista del blog e mio piccolo compagno di avventure è stato il colore bianco navajo.
Inizialmente ammetto, di essere stato al quanto titubante e prevenuto, di aver sottovalutato l'importanza della tematica del colore degli oggetti che ci stanno attorno. Sarà forse, perché in una società come la nostra, dominata e manipolata in pieno dall'avanzamento della tecnologia, si cerca sempre meno di porre l'attenzione sulla fattezza e concretezza delle cose che ci stanno intorno, o lo si fa solamente, in modo del tutto superficiale, da un punto di vista "virtuale".
Dunque mi sono ritrovato a parlare e a contestualizzare tale colore, il bianco navajo, in diversi ambiti e tematiche. Il primo luogo mi sono soffermato sulla sue definizione, nelle diverse traduzioni e nell'evidenziare i codici che lo caratterizzano.
E' stato certamente interessante constatare, anche, come uno specifico colore, quale il bianco navajo, possa essere protagonista di alcuni miti, di alcuni repertori musicali o ancora possa diventare parte di uno sfondo o essere un semplice componente della palette in ambito cinematografico.

Non potevo non porre l'attenzione e studiare il bianco navajo in ambito scientifico, soffermandomi sulla chimica.
La mia ricerca sul bianco navajo ha toccato ancora svariati ambiti: dalla cucina, alla moda, soffermandosi sulla pubblicità, su un brevetto e su un emblema che caratterizzasse al meglio il colore da me analizzato. Ho avuto anche modo di ricercare un personaggio storico, come Tatanka Yotanca meglio noto come Toro seduto.

In ambito artistico oltre alla ricerca del colore bianco navajo nei vari repertori musicali, ho voluto porre l'attenzione anche sulle arti pittoriche, proseguendo la mia ricerca nell'architettura e nel design.
Sicuramente interessanti sono stati i post relativi al colore selvaggio, la nuvola e l'abbecedario che mi hanno permesso di indagare sulla storia del bianco navajo, di analizzarlo a pieno, attraverso la ricerca di un documento o di un fumetto, e di constatare, con particolare interesse, ancora come il bianco navajo possa essere protagonista di alcuni proverbi e quindi di quella che viene comunemente detta saggezza popolare.

Non esistono bianchi e neri, musulmani e cristiani, omosessuali ed etero, esistono persone, culture, problemi, risorse, talenti, lingue, storie. Non siamo tutti uguali, siamo tutti diversi, e questa è solo una cosa positiva proprio come i colori di un arcobaleno.

domenica 8 gennaio 2017

Step 24: La nuvola del bianco navajo


L'oggetto che meglio rappresenta il mio colore è secondo me la tenda indiana chiamata "Tipi" poiché racchiude in se due aspetti fondamentali del colere, la storia e la tradizione dei nativi Americani e il loro colore caratteristico dal quale poi è stato preso il nome.

martedì 3 gennaio 2017

Step 23: Un colore "selvaggio"


L'autore Claude Levi-Strauss nella sua opera "Il pensiero selvaggio" analizza la logica con la quale noi uomini diamo ad ogni oggetto un significato ben preciso dal quale ci risulta difficile discostarsi perché ormai radicati nella storia e nei miti, quindi non riusciamo a tornare molto facilmente alla concezione primitiva e "selvaggia". Anche nel caso del colore bianco navajo è quasi impossibile, se non del tutto, svincolarlo logicamente dagli indiani d’Americani di cui porta il nome, infatti, la prima cosa che si pensa sentendo nominare il colore bianco navajo è proprio a quella tribù.

La logica dell'uomo ha tutto un suo funzionamento già impostato prima della sua nascita, poiché, ogni bambino apprenderà la logica che i suoi genitori hanno, che a loro volta hanno ottenuto dai loro genitori e così via a ritroso nelle vecchie generazioni. Alla fine si può affermare che ogni popolo ha la sua logica derivante dalla sue tradizioni, e volendo fare una piccola semplificazione, possiamo dire che ogni essere umano ragiona allo stesso modo: le basi sono comuni a tutti. Non c'è persona la quale alla domanda di che colore è il mare non risponda blu, questo è solo uno esempio ma ne esistono infiniti per comprendere come per quanto ogni essere umano è diverso la logica ci accomuna tutti.



martedì 27 dicembre 2016

Step 22: Il colore in architettura



Il Barocchetto Romano nasce come stile distintivo dell'edilizia popolare alla Garbatella nel 1920.
Le linee strutturali del primo barocchetto richiamano il barocco ed anche le strutture medioevali, a volte abbellite da stucchi con figure di animali e fregi di sapore medioevale, finestre alte e strette con arco a tutto sesto, a volte semitorri ottagone di cui sulla parete piana fuoriescono tre lati. L'intonacatura è generalmente di color bianco navajo o rosso mattone. Sul muro intonacato si possono utilizzare i mattoni come elemento decorativo, disponendoli a sbalzo creando un rilievo con corsi di mattoni rientranti alternati a corsi sporgenti. Riguardo la tecnica muraria usata nella realizzazione dei fabbricati ritengo che solitamente tutti i palazzi di questo genere siano realizzati con muri a sacco alla romana e paretine divisorie in mattoni.

In una famosa rivista di architettura "Abitare" fondata nel 1961 da Piera Peroni, troviamo il seguente articolo su uno dei padiglioni di EXPO che ricorda il mio colore in esame.
http://www.abitare.it/it/architettura/2015/01/16/expo-2015-emirati-arabi-uniti/

lunedì 26 dicembre 2016

Step 21: I protagonisti

Un personaggio storico del passato legato al Bianco Navajo sia per i suoi indumenti che per le sue origini è sicuramente Tatanka Yotanka o meglio noto come "Toro Seduto"


Toro Seduto era figlio di Four Horses, un capo di secondo piano nella tribù Hunkpapa', quando era giovane il suo nome era Hakada o Jumping Badger (Tasso che salta), ma quando a soli dieci anni riuscì ad uccidere in una battuta di caccia un bisonte con una freccia gli venne dato il nome Buffalo Bull Sitting Down, per ricordare l'episodio. A quattordici anni prese parte a una battaglia contro la tribù dei Corvi dove si dimostrò un grande guerriero anche se non diventò famoso per il suo coraggio in guerra ma piuttosto per le sue capacità tattiche e organizzative nel combattere contro gli Americani di cui sarebbe diventato il nemico più accanito e pericoloso. Nel 1861 venne nominato stregone degli Hunkpapa veniva interpellato spesso anche per questioni politiche, tanto che intorno a lui si formò un vero e proprio punto di incontro di tutti i Sioux scontenti. Toro Seduto  odiava profondamente gli Americani e si rifiutava di parlare inglese stimava molto i Franco-Canadesi, facendosi addirittura battezzare da Padre de Smet, un gesuita belga. Nel 1863 fece visita ai Santee nella loro riserva inospitale a Crow Creek. Ciò che vide rafforzò la sua posizione di inimicizia senza compromessi per gli agenti americani, gli speculatori e i coloni. Da allora combattè con ogni mezzo con i soldati che, a dispetto di promesse e trattati, sempre più spesso e sempre più numerosi penetravano nel territorio dei Sioux. A causa dell'enorme seguito che stava riscuotendo Toro Seduto, Il governo timoroso che potesse dare inizio a una rivoluzione decise di inviare quarantatré poliziotti ad arrestarlo. All'arresto di fronte alla capanna di Toro Seduto si radunò molta gente che inveì contro i poliziotti; dalla confusione si passò all'utilizzo delle armi da fuoco, ed un colpo colpì alla testa Toro Seduto, ferendolo a morte. Era il quindici dicembre del 1890. Per l'ennesima volta un uomo che non chiedeva altro che poter vivere in pace con la sua gente si spegneva a causa di azioni subdole.I suoi resti vennero sepolti in primo luogo a Forte Yates nel Nord Dakota e nel 1953 alcuni dei suoi discendenti le fecero spostare a Mobridge, sulle rive del Missouri, dove venne eretta una effige di granito in memoria dell'uomo. Toro Seduto viene ricordato ancora oggi come un uomo di gran cuore, di indomito coraggio, molto religioso. Ma le sue virtù non si fermano qui, egli era anche un padre premuroso che metteva avanti a tutto i propri figli, era un uomo affabile, sempre molto amichevole con chi gli si avvicinasse, ed era anche un gran poeta.

martedì 13 dicembre 2016

Step 20: I colori della moda



Etro è una casa di moda italiana fondata nel 1968 che nel 2015 alla Milano Fashion Week decide di ispirarsi per la collezione primavera-estate ai Navajo inteso sia come Etnia, quella dei nativi americani, che per la colorazione dei tessuti quasi sabbiosi che ricordano il deserto. Etro vuole rappresentare una vicinanza alla natura nella sua vena più selvaggia; In questa collezione prevalgono stampe, frange disegni geometrici e tribali. L’esempio riportato in alto mostra uno tra i capi più rappresentativi di questa collezione: un abito di cotone di colore bianco navajo a maniche corte con fantasie colorate. 
Altro particolare caro a Etro è la cura dei dettagli: come si può notare anche le scarpe sono state create mantenendo la perfetta filosofia “Navajo” troviamo scarpe dal tipico colore ricche di frange e rigorosamente senza tacco.

Step 19: anatomia di un colore


Ciao a tutti!

Mi presento, sono Bianco, Bianco Navajo.

Sono un colore presente in numerosi contesti, sia in natura che nelle opere degli umani. Mi potete trovare sulle spiagge, nei deserti, nelle steppe Americane da dove prendo il nome di una tribù indiana e nei quadri antichi. Inoltre, se prestate attenzione, mi trovate nelle pitture delle case, specialmente nelle case Statunitensi di anni 70.

Sono un colore molto diffuso, ma molte volte vengo confuso e scambiato coi miei cugini più prossimi, come il beige!

Pensate un po': quasi tutti i colori sono conosciuti nel mondo, io, invece, quando mi presento vengo sempre visto come un estraneo! Per conoscere le mie informazioni bisogna spulciare fino in fondo documenti antichi e ricettari, sì, ricettari, perché sono molto diffuso nella cucina! pensate ai biscotti!!!!

Forse è meglio così, continuare a vivere tra tutti in anonimato, senza che nessuno si preoccupi troppo di come sono...

Sono come un camaleonte, mi nascondo nel mondo ma sono un po’ ovunque!!!

Scusate per questa lettera e per questo breve sfogo, amici lettori, ma a volte sento proprio in bisogno di farmi sentire e far notare la mia presenza. 

A presto!

Bianco Navajo